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Si riparte – gennaio – 15

2015, anno nuovo, ripartiamo con il blog.

Oggi mi è tornato in mente di averne uno e così ho deciso di riprenderlo in mano. A onor del vero più volte mi è capitato di pensarci, ma alla fine ho sempre pensato fossero di poca importanza o scarsamente comunicabili. Oppure, ho sempre avuto persone con cui confrontarmi, togliendomi la necessità di scriverlo qui.

Non che oggi io abbia molto di nuovo da dire, ma penso cerchero’ di tenere un diario degli allenamenti almeno mensile per avere anche a mio favore un buon riepilogo di quanto successo, con qualche pensiero sparso, qualche ricordo fissato in una pagina wordpress.

In questi mesi di assenza virtuale per fortuna gli allenamenti e le esperienze relative non sono mancate: a parte continuare i corsi di parkour, con molti outdoor estivi, ho avuto maniera di gestire anche in ambiente naturale piccoli gruppi e la cosa mi ha dato molta soddisfazione. Saper guidare un allenamento parkour / JungleWave, che sia efficace ed accessibile a tutti, con un percorso appagante in un ambiente non creato ad hoc, dona una soddisfazione oggettivamente enorme, anche rispetto a degli allenamenti ben programmati in palestra.

Intanto ho avuto l’onore e la responsabilità di essere head coach dello SpiralStone 2014 e LarioParkour2014, (oltre che dello springWave e WinterWave 2014) due eventi di parkour e non solo di grande portata, con più di cento partecipanti ognuno su tutto il nord Italia; grandi esperienze, di gestione e di coaching, di confronto e di divertimento. Ed ora sto facendo qualche ora come tutor ADAPT, altra bella esperienza per verificare e cresciere insieme a futuri ADAPTatati; intelligente maniera per scambiare informazioni ed esperienze tra noi coach e tra coach e studenti.

Per quanto mi riguarda, ci sono stati momenti di allenamento davvero belli, per le persone, per le sensazioni, per i risultati. Per il parkour, sopratutto, ma non solo. Sono stato sull’isola d’Elba, qualche arrampicatata e qualche bella passegiata, in val Gardena, la salita al Sasso Piatto, il giro a Sasso Lungo, in Istria a giocare con qualche tuffo e scogliera. Qualche arrampicata facile facile da primo sulle nostre falesie, passeggiate in montagna. Non certo da considerare “allenamenti”, nessuna pretesa, ma semplicemente fissare esperienza e competenze in altri ambiti, divertendomi.

Invece mi sono iscritto al corso di MMA – jujitsu, da aprile/maggio 2014 : in realtà anche qui la prospettiva che vedo non è di grande allenamento, per intensità e frequenza, ma più di ri-scoperta e studio dei movimenti, di risvegliare un bagaglio tecnico motorio, di riutilizzare quanto vedo e sento in un ambito più generale o come mezzo per nuovi metodi di condizionamento.

Inutile negarlo, anche nelle competenze motorie, si rischia di fare tanto e male: la ricerca generale del movimento e dell’allenamento naturale, in cui la lotta / combattimento NON PUO’ essere esclusa, allontana dalla specializzazione di gesti specifici: vuoi perchè tempo ed energie sono limitate, vuoi perchè si aumenta l’entropia interna con patterns destrutturati e ristrutturati, vuoi perchè infortuni e difficoltà dovuti anche alla nuova necessità di adattamento, risultano facilmente trasportabili da un allenamento all’altro.

Insomma il rischio è di non impare nulla facendosi un po’ male con tutto. Bisogna tenerlo presente.

Se devo fare un bilancio oggi, fresco fresco di probabile distorsione al polso per un pugno (dato male ?) al sacco, rimango comunque positivo: non ho al momento la necessità di spingere con il parkour e ne ho approfittato ( e credo lo faro’ ancora un po’) per riaprire la parentesi contatto: lavoro di flow a terra, lavoro con la swiss ball, salto della corda, pugilato, sistema di lotta a terra, difesa personale a mani nude e con armi bianche, movimento di gambe, ascolto con il corpo e energia invisibile.

Nel frattempo ho continuato ad allenarmi con il bilacere, anche in previsione del corso di Istruttore di allenamento funzionale di secondo livello, (passato, bella sessione!) e solo nell’ultimo mese con le kettlebells. Alzate fondamentali (front squat, stacco, overhead press) e alzate olimpiche (snatch e clean and jerks), sopratutto, senza perdere troppo tempo e cercando di massimizzare i carichi e trasferibilità nell’allenamento del parkour. Queste sessioni sono spesso associate con mobilità articolare, PLS, esercizi simil yoga o Ido Portal o a circuiti tabata.

Proprio nel parkour mi sono dato un singolo obbiettivo fisico, che ho toccato un paio di volte, ma devo consolidare ed ampliare: l’handstand push-up, completo, senza kipping ovviamente. Proprio per questo l’utilizzo del bilancere, con carichi modificabili, mi ha aiutato un bel po’.  Obbiettivo secondario al momento è aumentare il numero di trazioni eseguibili in una serie (prona, no kipping), 15, complete a tecnica buona.

Tecnicamente sto riprendendo running precision (sopratutto confidenza con lunghezze) e kong precision, sopratutto sull’allungo del kong con doppio passo. Che sono anche argomenti di questi ultimi due mesi del corso con i ragazzi un po’ più avanazati. Questi elementi, sfortunatamente ho dovuto trascurarli per un po’ durante l’estate per un infortunio ai metatarsi di entrambi i piedi, un urto poco controllato da un drop sul concreto ma, ne sono certo, anche un discreto stato infiammatorio preesistente e delle maledette scarpe davvero ignobili (kalenji nuovo modello da 50 euro).

Spero presto, a struttura montata, di riprendere lachè e running sul tubo…

Tra novembre e dicembre ho fatto anche un mini corso di survival, nei boschi di Vergiate, dove è installato anche un bel percorso eco-dinamico, un percorso sospeso non molto alto ma senza assicurazione con le longe obligatorie. In questi boschi come in altri ho recuperato altri interessanti spunti per le future sessioni di JungleWave!

Infine, da un paio di lezioni, sto provando a ballare tango, tango argentino. Inutile dire che l’input è esterno, ed è un input piacevole. Ma come per il jujitsu, la scintilla è lo studio del movimento nel suo complesso, la postura, il foot placements, l’equilibrio , coordinazione temporale e spaziale, tutto in relazione con un altro umano in questo caso. AH, poi un giorno spero di sciogliermi e  divertirmi ballando 🙂 ; è una sfida e le sfide vanno accettate, imparando tutto quello che possono insegnare e assorbendo quanto di buono si percepisce. Vediamo dove mi porta anche questa!

ps. la mia settimandi allenamento tipo, per gennaio e buona parte di febbraio:

LUNEDI * MMA / Jujitsu – Corso pk -> forza pull+ condizionamento

MARTEDI * recupero attivo -> tango

MERCOLEDI * forza push + tec. parkour

GIOVEDI * corso pk -> forza pull + tec parkour

VENERDI E / O SABATO* forza push + tec  parkour

Allenamento 07-13/10/2013

Avendo ora bene in mente il mio obbiettivo personale e la situazione iniziale dei corsi, tutto comincia a scorrere un po’ più facilmente. Le 3 settimane che si pongono tra qui e l’ADAPT sono anche le 3 settimane con cui affrontero’ nei corsi una preparazione fisica generale e un’approccio tecnico orientato in particolare a 2 o 3 movimenti.

Lunedi e Giovedi, le sessioni di allenamento sono improntate su alcuni esercizi aerobici e globali e un piccolo ripasso (o scoperta, per i nuovi) dei volteggi più comuni con attenzione particolare al doppio passo e alla tecnica di atterraggio.

Martedi e Mercoledi invece sono orientati a una propedeutica alla verticale, da esercizi accessori vari alla tecnica vera e propria, completando con dei circuiti di esercizi a corpo libero (il martedi più aerobico e di gambe, il mercoledi più di forza e di braccia). In entrambi in casi, lavoro intenso. Finiamo con tenute di addominali e streeching.

Martedi mi concedo prima del corso qualche esercizio di forza ed esplosività: stacco, clean e snatch a triple fino a una corretta esecuzione tecnica mantenuta.

Anche per me è tutto, 3 giorni di riposo che sembrano fare bene prima della settiman di carico.

RICORDO questo sabato ore 10 a Omegna, aperto a tutti.
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