Archivio per ottobre 2013

Samhain

Questa settimana non ho postato il solito diario di allenamento: un po’ perchè penso che non ci sia nulla da dire in più di quanto già scritto molte volte, un po’ perchè i corsi hanno risucchiato quasi tutte le mie energie.

Nella preparazione fisica sento di voler segnare solo di avere girato e squattato per 3 volte 60 kg + bilancere e aver staccato 100 kg, che sono massimali a cui non ero mai arrivato.

Sento invece di dovere e volere esprimere i mie sentimenti, idee ed opinioni riguardo un po’ di faccende:

Settimana prossima saro’ a Bergamo, per il primo corso italiano di ADAPT secondo livello. Saremo in 12, da tutta Italia. Per me è un orgoglio e un un enorme piacere poter esserci. In realtà sento e credo che sarà la conclusione di un percorso: mi alleno da 7 anni completi, dal 2006; non ho mai smesso pur avendo avuto alti e bassi dovuti ai tanti eventi della vita.

Ho avuto solo due infortuni un po’ più gravi nel primo anno di pratica e poi nulla più. Ho 32 anni e non ho riununciato a cercare di migliorare nonostante l’età, la fatica, il lavoro, la famiglia, i soldi che mancano e tutti i cazzi che la vita ti riserva (tipo che la macchina fonde il motore da un giorno con l’altro). Perchè nonostante i mille commenti, chat forum bacheche, io sulla strada ad allenarsi ho sempre visto pochissime persone qua da me, e le poche passano metà del tempo a  chiaccherare dell’ultimo video uscito.

Quindi l’orgoglio è presente perchè so, che nonostante la fuori sia pieno di atleti e non atleti più performanti di me (almeno da un punto di vista prettamente dei movimenti), sento in fondo di avere cercato questo momento fin dall’inizio (pur essendoci arrivato con una non facile decisione): non ho mai smesso di leggere, di vedere e ascoltare i gesti e e le parole di persone più esperte e reali ispirazioni dell’arte dello spostamento, parkour;non ho mai smesso di studiare e informarmi su come ci si allena e come si allenano le persone, cercando di conciliare le regole della scienza alle regole Yamakasi; non ho mai smesso di allenarmi fisicamente e di cercare di migliorare tecnica e movimenti, anche cercando di spaziare in altre discipline; ho investito tempo e denaro in questo evento che di certo non è regalato. Sopratutto so che pochi di quelli che hanno iniziato con me ancora si allenano, sopratutto con la mia età, e pochi praticanti arrivano alla mia età senza eccessivi infortuni o problematiche. Per fortuna tanti di allora saranno li, in quei giorni, e sarà la dimostrazione dell’essere forti per essere forti ASSIEME.

Intanto grazie a chi lo ha reso possibile, a mia figlia che paziente mi aspetta e che sopporta la preoccupazione che cerco di sempre di non riservarle, alle persone con cui mi sono allenato (poche) e le persone che alleno per tutti gli scambi che abbiamo avuto, a chi mi ha aiutato economicamente, a Parkourwave e le persone che la fanno da dentro, perchè altrimenti non sarei qui.

Comunque andrà sarà un’onore, sarà importante per l’esperienza in se, e sarà un punto di arrivo. Per me significherà almeno in parte non dover più dimostare a me stesso (e un po’ anche agli altri) di essere in grado di…. Lo avro’ scolpito questi giorni e poi spero nella sessione di esame. Al momento non ho aspettative o desideri: sono in pace e vado sapendo di aver fatto tutto il possibile , in questo periodo e in fondo anche negli ultimi 7 anni.

Da li vorrei poi poter continuare ad insegnare per diffondere quello che ho io appreso come parkour: non mi piace chiamarlo vero parkour, il vero spirito, i valori, ecc ecc….non sono un moralista e non ci riesco. Ma quello che io ho appreso è per me stato un percorso di libertà personale, di miglioramento e di riconnessione con la mia natura più profonda e intima. Tanti lo trovano nello yoga, nella bici, nella cucina…io l’ho trovato li e voglio condividere questo mezzo cosi potente con chi sente lo stesso spirito.

Vorrei continuare ad allenarmi, ma spostanto un po’ l’attenzione su altre discipline, concludere altri percorsi e trovare sintesi e integrazione: sviluppare un metodo, JungleWave è il nome che mi piace, più generico e olistico con cui continuare il mio percorso di esplorazione, interna ed esterna. Non certo abbandonare il parkour, ma sentirmi altro e non solo praticante di parkour, a costo di uscire dalle definizioni e esplorare nuove strade.

Ora scrivendo tutto questo nascono altre riflessioni, un po’ in ordine sparso, togliendomi qualche sassolino dalla scarpa.

Ultimamente c’è stata qualche nuova dimostrazione contro le competizioni, da parte addirittura di Sebastien Foucan. Tra le tante cose che mi sovvengono sento solo il bisogno di dire che la mia personale posizione è che è assurdo che una multinazionale riesca a dare più visibilità e immagine proponendo un surrogato di quello che il parkour (o forse è più di quello che NON è il parkour) che tutte le persone che insegnano e dimostrano ogni giorno. E’ evidente che per tanti gli Yamakasi sono solo un bel film, non persone in carne e ossa che oggi insegnano in scuole o accademie. Ogni cosa che si puo’ dire che sono contro a questa competizione e questa maniera di organizzare. Sono aperto ad ogni esperimento, che sia anche di confronto tra traceurs ai traceurs ma che sia parkour e che sia senza sponsor. Resistiamo. Cita Ali e Mandela, i cambiamenti non vengono mai rispettando le leggi ma spesso infrangendole. La “legge è quella del denaro? proviamo a infrangerla, almeno qui, almeno negli spazi di libertà che abbiamo nella nostra vita,

Come ho scritto tra i primi post di questo blog, che è nato proprio dopo la richiesta di presa di posizione davanti alle varie competizioni e show, la mia idea di parkour poteva non essere (e in effetti differiva in parte) da quanto visto e appreso durante l’adapt. Io sono sempre sttao più generalista, e il parkour uno strumento più generale e meno specifico. Ma non ho certo preteso di piegare quanto mi veniva insegnato al mio pensiero: ho fatto il contrario. Dunque spero capiti la stessa cosa a chiunque si presenti con un’idea diversa, ma voglia poi insegnare fregiandosi di questa qualifica.

Se l’adapt è una competenza, prima di un diritto esclusivo, allora la più importante caratteristica deve a mio parere essere portare avanti lo spirito originario. Dipende da noi, e da chi influenziamo e alleniamo. Ancora più che creare atleti forti o tecnicamente incredibili.  Senza quello spirito il parkour diventa altro.

E qui intervengono i famosi valori…tanto citati e cosi poche volte visti messi in pratica. E’ facile applicarli a se stessi ma molto difficile farlo con gli altri. Anzi, nel parkour come in tutte le scene che ho bazzicato i famosi valori spesso sono un paravento per comportarsi poi al contrario nel peggiore dei modi, con egoismo, superficialità, ignoranza, egocentrismi e sensi di colpa.Compreso chi oggi parla bene, è passato in questo girone infernale di senzazioni e sentimenti di rivalsa e orgoglio. Nessuno qui , nel parkour è meglio di qualunque altro posto, scena compresa, crew o gruppi di allenamento.

Cerchiamo di fare del nostro meglio con un po’ di buon senso,con professionalità e qualità, e con i giusti principi. Spero questo siano gli adapt presenti e futuri. Ed inutile dire che mi spiace per amici che hanno deciso di star fuori, come se fosse una pretesa di libertà ma che purtroppo suona solo come ricerca di responsabilità in meno, come se a non prendere posizione e rimanere bambini possa in qualche manierà garantire libertà di scelta maggiore: I bambini non sono più liberi, sono schiavi della loro immaturità. Come dispiace che la stessa UISP organizzi corsi o manifestazioni attraverso persone che non hanno titolo AL SUO INTERNO per farlo. come dire, darsi la zappa sui piedi.

Beh, alla fine, solo il tempo dirà cosa succederà, ma come sempre l’importante è muoversi, e muoversi con il cuore leggero.

Accenno anche a 2 cose che sono saltate nella mia mente, magari le approfondiro’ più avanti:

c’è un legame che ho espresso  come = rischio * difficoltà, nell’esecuzione di un movimento.
Il rischio è una valutazione quasi esclusivamente oggettiva , la difficoltà è quasi esclusivamente soggettiva. Ho reputato che una persona supponendo valori da 1 a 10 dei due paramtri su muove intorno al 30, mentre i break the jump lavorano tra i 30 e i 50. Oltre è un’ azzardo.

c’è un legame anche tra numero di ripetizioni senza errori * massimamale tecnico, che incredibilmente si avvicina alla tabella di prilepin se il massimale tecnico è inteso come lavoro di intensità sia fisico SIA mentale SIA coordinativo.

Ora è il momento di fare le valige, preparare il giusto cibo e integratori , scegliere le scarpe, e rilassarsi un po’ al fiume. Andrà tutto bene.

Allenamento 07-13/10/2013

Avendo ora bene in mente il mio obbiettivo personale e la situazione iniziale dei corsi, tutto comincia a scorrere un po’ più facilmente. Le 3 settimane che si pongono tra qui e l’ADAPT sono anche le 3 settimane con cui affrontero’ nei corsi una preparazione fisica generale e un’approccio tecnico orientato in particolare a 2 o 3 movimenti.

Lunedi e Giovedi, le sessioni di allenamento sono improntate su alcuni esercizi aerobici e globali e un piccolo ripasso (o scoperta, per i nuovi) dei volteggi più comuni con attenzione particolare al doppio passo e alla tecnica di atterraggio.

Martedi e Mercoledi invece sono orientati a una propedeutica alla verticale, da esercizi accessori vari alla tecnica vera e propria, completando con dei circuiti di esercizi a corpo libero (il martedi più aerobico e di gambe, il mercoledi più di forza e di braccia). In entrambi in casi, lavoro intenso. Finiamo con tenute di addominali e streeching.

Martedi mi concedo prima del corso qualche esercizio di forza ed esplosività: stacco, clean e snatch a triple fino a una corretta esecuzione tecnica mantenuta.

Anche per me è tutto, 3 giorni di riposo che sembrano fare bene prima della settiman di carico.

RICORDO questo sabato ore 10 a Omegna, aperto a tutti.
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Allenamento 30-6/10/2013

Settimana di recupero da un quasi certo sovra-allenamento, accertato il lunedi sera prima dell’inizio dei corsi.

In ogni caso cerco di gestirlo al meglio mangiando bene e tanto e non facendo altri sforzi che quelli necessari.

I corsi partono , bene direi, Arona e Borgomanero, di particolare vediamo un po’ la verticale ed esercizi propedeutici ed equilibrio. Il resto molto giocoso e molto basilare, obbiettivo principale deve essere far sentire i movimenti naturali , giocosi e spontanei, e magari iniziare un po’ di forma fisica.

Venerdi doveva essere di riposo e invece non lo è molto…poco importa, il w.e. sono al Lario Parkour, un evento/raduno dove partecipa anche Parkourgenerations oltre che tanti amici e praticanti del nord Italia.

Due giorni (Anche se io per i problemi suddetti e per gli impegni che avro’ tutto il mese salto qualcosina, all’inizio e  alla fine), davvero intensi, divententi: come sempre esperienze che sotto tantissimi punti di vista ti fanno felice. Atmosfera perfetta, belle persone e anche l’allenamento diventa davvero ottimo, sopratutto la sessione breaking jump e percorsi. Inutile raccontare tutto qui, ma sicuramente due giorni sia da praticante che da istruttore tremendamente utili (e discretamente faticosi!)

Ora giusto recupero e po si spinge per recupera le lacune che anche da qui sono emerse, o almeno ci provero’ con tutto me stesso. E ovviamente invito tutti qui.

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